lunedì 4 marzo 2013

(S)Oggetti transizionali

Nel fantastico mondo dei Cioci, esiste l'oggetto transizionale.
Dicesi “oggetto transizionale” quell’oggetto (pelouche, giocattolo, copertina, cencetto) che il Neonato fa Suo, in cui ripone tutte le sue sicurezze, lo aiuta ad entrare nel magico ed agognato (dai genitori) mondo dei sogni,che porta sempre con sé,compagno di vita e di sventura.
Oggetto che mai la mamma o il papà dovranno dimenticare, perdere, lavare,smarrire, pena l’inferno sulla Terra creato dall’erede in piena ansia da separazione da codesto oggetto.
Quando mancavano esattamente 90 giorni alla nascita di Ciocio, una coppia di amici regalò, a me e a Mister Vigile, Lui,il perfetto oggetto transizionale: un piccolo orsacchiotto di peluche,un musino dolcissimo, una tutina azzurra e un cappuccino coordinato. Io e Mister Vigile decidemmo che quello sarebbe stato il migliore amico di Ciocio, lo avrebbe stretto a sé e non lo avrebbe più lasciato. Con lui sarebbe stato sereno e tranquillo, con lui nel lettino non ci sarebbero stati problemi, nostro figlio avrebbe abbracciato il mondo dei sogni felice e contento.
E così Orsonno, ribattezzato da Mister Vigile dal binomio Orso più sonno,dormì in mezzo a noi per i successivi tre mesi per prepararsi al lieto evento.
Il primo incontro tra i due si risolse in un tiepido sguardo di Ciocio…”E’ ancora piccolo” ci dicevamo…”aspettiamo”…ci rassicuravamo.
L’indifferenza persisteva e quando Ciocio fu in grado di usare le sue grassocce manine non ci pensò un secondo: afferrò Orsonno e lo scaraventò fuori dal lettino.
A quattro mesi e mezzo, complice il primo dente, la prima febbriciattola e il primo raffreddore (tutto insieme ovviamente), Ciocio decise il suo oggetto transizionale: i capelli della sottoscritta.
Li afferrò con decisione, li tirò con forza, li attorcigliò intorno alle sue dita grassocce con sapienza. E decise che senza i capelli della genitrice non avrebbe più dormito, mangiato, giocato,vissuto.
Da allora sono passati quasi 18 mesi e si annoverano infiniti viaggi in macchina con me seduta nel sedile posteriore e la testa piegata di lato per permettere a Ciocio di agguantare bene almeno la metà della mia chioma;interi film guardati con la testa tirata da una parte mentre Ciocio beatamente dormiva e l’impossibilità di staccarlo senza azionare un pianto modello sirena vigili del fuoco; mal di schiena lancinanti dovuti a mezz’ore intere china sul lettino del figliol prodigo per farlo addormentare mentre l’erede creava riccioli consistenti e duraturi degni del miglior coiffeur.
Ciocio non si è mai pentito della sua scelta né è mai tornato indietro sui suoi passi, nonostante svariati tagli, una permanente, una contro permanente, infinite messe in piega durate il tempo di permanenza nel salone del mio parrucchiere di fiducia prima di incontrare le attenzioni del nano di casa.
Ciocio si addormenta beatamente affondando i suo artigli nella mia chioma, per fortuna fluente,crea riccioli intorno alle sue dita che non si fermano mai e tira, tira, tira incurante del fatto che la sua mamma non può staccarsi la testa dal collo e andare un po’ a vivere, ma condannata per il momento ad essere pronta sempre e comunque ad una sua richiesta tricotica.
Anche i capelli di nonnA,nonna con la A maiuscola,vanno per la maggiore quando quelli della genitrice mancano.
Marito Vigile, in preda a gelosia oscura e tremenda che si è insidiata nel suo cuore, ha iniziato a farsi crescere i capelli, con la speranza che Ciocio si attacchi alla sua chioma preferendola alla mia.
Il problema è che i capelli di Mister Vigile si sviluppano in altezza. E’ più alto di dieci centimetri e sta rasentando l’indecenza. Pare però che si sia arreso all’evidenza e che nelle prossime quarantotto ore sia prevista una visitina al barbiere di fiducia.
I capelli di mamma, per il momento, rimangono ben saldi nelle grinfie di Ciocio.
Per amore del piccolo ho deciso di farmeli crescere. Si attendono sviluppi.

Nessun commento:

Posta un commento