mercoledì 20 marzo 2013

Domanda da un milione di dollari

Ehi mamme di nani duenni...
Anzi, per la precisione,di nani che vanno dai diciotto ai trentasei mesi...
Dite la verità, quante volte vi capita al giorno? Una, due, tre...E come reagite? Scappate a gambe levate? Ridete in faccia al vostro interlocutore? Pensate di essere in una            candid camera? O vi stampate sul vostro bel viso un sorriso sognante,un'espressione magica,nostalgica,presagio di eventi che sperate imminenti?
La scena,su per giù, dovrebbe essere questa. Siete a spasso con il vostro Ciocio o la vostra Nana, a seconda di cosa vi sia toccato svariato tempo prima...incontrate una vecchia conoscenza, una ex collega di lavoro, un'amica di vostra madre, una compagna di scuola,  la vicina di casa, la nonna di un'amica... insomma un campione abbastanza vario della società che vi circonda. E tra un convenevole e un altro scatta la Domanda. Quella con la D maiuscola.
"A quando il secondo???"
...
Il secondo che?
Il secondo marito?
Il secondo mutuo?
Il secondo lifting?

Il secondo... no non intenderai certo...il secondo... il secondo Ciocio?

Questa domanda dalle mie parti va per la maggiore ultimamente, visto che il traguardo dei due anni oramai è alle porte.
All'incirca da quando Ciocio si è trasformato da un esserino quadrupede ad un bipede parlante, pare si sia scatenata l'epidemia.
NonnA con la A maiuscola, ovvero signora Suocera: "Il tempo passa, il tempo vola, non devi aspettare troppo, non devi rimandare..." Notare la seconda persona singolare, forse nell'immaginario di mia Suocera suo figlio, cioè Marito Vigile, è asessuato e Ciocio è nato grazie alle sue invocazioni a tutti i Santi del Paradiso di darle la grazia di diventare nonna.
Nonno E, ovvero Suocero: "D'altronde cara, qual è lo scopo della vita se non fare figli..." Badate bene, lui usa il plurale per indicare la mia, di prole, ma parla con me perché sa perfettamente che finché non mi decido io, ogni suo desiderio di plurinipotame non è fattibile.
Zia Sister (ma non sitter,causa distanza che ci divide), ovvero sorella della sottoscritta: "Non fare come me perché poi te ne penti..." Sì tesoro ma tua figlia, detta anche mia Nipote, vale per sette figli.
Amica che ha appena partorito: "Dai è il momento giusto per farne un altro..." cara amica intanto pensa al tuo che è nuovo di zecca, poi tra qualche mese me lo ridici...
Marito Vigile: "Ma noi quando lo dovremmo fare il secondo??..."
Svariato mondo di parenti: "Oramai Ciocio è grande,è autonomo...."
...
Ma come grande? Ma se non arriva nemmeno ad un metro, anzi forse nemmeno a novanta centimetri, essendo io madre sconsiderata che non lo misuro mai...
Ma come autonomo? Ma se l'altro giorno, quando mi ha visto uscire (e badate bene, andavo solo a buttare la spazzatura) ha messo su una tragedia degna dell'Antica Grecia, con tanto di lacrime (finte) e urla (vere), che i vicini hanno pensato di chiamare il Telefono Azzurro perché ci venisse a fare una visitina...
E poi, se parliamo di autonomia, Ciocio porta ancora il pannolino (giustamente). E ho detto tutto.
Per quanto riguarda il tempo che passa, credo di avere ancora qualche cartuccia da sparare e di conseguenza la possibilità di aspettare ancora un po’...
Quel poco ancora per assaporare un'altro po’ di libertà, che soltanto adesso inizia a fare un tiepido capolino, quel poco ancora per goderselo in esclusiva, per dedicare a lui tutto il tuo tempo possibile, per concentrarsi totalmente su quello gnomo che ti gira per casa sperando così di fare un lavoro migliore....
Ma non quel tanto che ti faccia passare la voglia, quando ricominciare tutto di nuovo ti sembra un'opzione improponibile, un treno oramai passato, una strada che ti sei lasciata alle spalle da troppo tempo, e pensare solo di caricare di nuovo tutti e tutto in macchina e ripercorrerla di nuovo non ti sembra più la scelta giusta.
Domanda da un milione di dollari quindi…
Ai posteri l’ardua sentenza.

domenica 10 marzo 2013

Sulla Via della Conciliazione

Rassicuro subito tutti. Non è la via che porta a San Pietro, che di questi tempi meglio non disturbare…
Domani,alla fine,debutto. Debutto nel mondo della Conciliazione.
Tranquilli, non ho trovato lavoro, sia mai… entro dalla porta di servizio nel problema che assilla le donne degli ultimi venti anni, conciliare famiglia e quello che non è famiglia. Frequenterò un corso.
Sarò impegnata tre mattine alla settimana, frequenterò lezioni, ascolterò professori, pare che ci sarà anche uno stage, con la speranza di trovare,alla fine, un lavoro.
Quindi domattina sveglierò Ciocio ad un’ora dove lui abitualmente russa e sogna biberon, palle da calcio e bimbi, lo placherò con la sua dose quotidiana di latte,lo laverò e vestirò, lo porterò in macchina,affronterò una temibile strada tortuosa,stretta, anche un po’ sconnessa che mi causa incubi abbastanza ricorrenti e lo consegnerò tipo pacco celere alla NonnA, nonna con la A maiuscola. A quel punto la tortuosa strada diventerà in discesa e mi creerà meno incubi e mi lancerò verso questo corso. Ciocio verrà recuperato nel tardo pomeriggio da uno dei due componenti a scelta di questa famiglia: io o il Marito Vigile. Probabilmente voterò per il Marito Vigile, in quanto fare due volte la terribile strada in un giorno è troppo. Nel giorno che poi potrebbe decretare l’inizio della fine della vita da casalingapersceltaaltrui,non è proprio concepibile.
Quindi scoprirò cosa significa stare lontano da Ciocio per diverse ore in maniera abbastanza costante, dovrò incastrare i turni del Marito Vigile con la disponibilità della nonnA,dovrò ricordarmi dove dovrà essere la prole nei giorni giusti al momento giusto.
Se vi chiedete se sono preoccupata del distacco, vi dico che non so rispondervi… una parte di me a gran voce reclama che No, non sono preoccupata perché 22 mesi sempre io e te,te e io, mi sembrano abbastanza, che è arrivato il momento di ricordarsi di avere una vita oltre a quella di mamma, che ho sempre lavorato e che vorrei lavorare ancora e tanto, che preferisco incasinarmi la vita, sacrificare un po’ di tempo alla famiglia ma essere felice piuttosto che essere sempre a disposizione,semplificare la vita di tutti ma non essere totalmente soddisfatta.
Poi c’è una piccolissima parte di me, non sono sicura dove risieda esattamente e né se esista, ma che temo come Superman temeva la Kriptonite. Dentro questa piccola parte di me potrebbe esistere una realtà che non ho mai preso in considerazione, uno stile di vita che mai ho potuto pensare fosse lo stile giusto per me, un pensiero che rifuggo come la pioggia, il freddo invernale, la montagna, i film horror e la polenta.
Potrei scoprire che no,lasciare Ciocio non fa proprio per me, grazie, ci ho provato ma mi sbagliavo. Perché sono la mamma e me lo voglio crescere,e di lui non vorrei perdere nemmeno un minuto.
Non so se esista questa parte misteriosa, nè dove sia di preciso, se verso il cuore o verso il cervello. Ma spero di non incontrarla mai.  

lunedì 4 marzo 2013

(S)Oggetti transizionali

Nel fantastico mondo dei Cioci, esiste l'oggetto transizionale.
Dicesi “oggetto transizionale” quell’oggetto (pelouche, giocattolo, copertina, cencetto) che il Neonato fa Suo, in cui ripone tutte le sue sicurezze, lo aiuta ad entrare nel magico ed agognato (dai genitori) mondo dei sogni,che porta sempre con sé,compagno di vita e di sventura.
Oggetto che mai la mamma o il papà dovranno dimenticare, perdere, lavare,smarrire, pena l’inferno sulla Terra creato dall’erede in piena ansia da separazione da codesto oggetto.
Quando mancavano esattamente 90 giorni alla nascita di Ciocio, una coppia di amici regalò, a me e a Mister Vigile, Lui,il perfetto oggetto transizionale: un piccolo orsacchiotto di peluche,un musino dolcissimo, una tutina azzurra e un cappuccino coordinato. Io e Mister Vigile decidemmo che quello sarebbe stato il migliore amico di Ciocio, lo avrebbe stretto a sé e non lo avrebbe più lasciato. Con lui sarebbe stato sereno e tranquillo, con lui nel lettino non ci sarebbero stati problemi, nostro figlio avrebbe abbracciato il mondo dei sogni felice e contento.
E così Orsonno, ribattezzato da Mister Vigile dal binomio Orso più sonno,dormì in mezzo a noi per i successivi tre mesi per prepararsi al lieto evento.
Il primo incontro tra i due si risolse in un tiepido sguardo di Ciocio…”E’ ancora piccolo” ci dicevamo…”aspettiamo”…ci rassicuravamo.
L’indifferenza persisteva e quando Ciocio fu in grado di usare le sue grassocce manine non ci pensò un secondo: afferrò Orsonno e lo scaraventò fuori dal lettino.
A quattro mesi e mezzo, complice il primo dente, la prima febbriciattola e il primo raffreddore (tutto insieme ovviamente), Ciocio decise il suo oggetto transizionale: i capelli della sottoscritta.
Li afferrò con decisione, li tirò con forza, li attorcigliò intorno alle sue dita grassocce con sapienza. E decise che senza i capelli della genitrice non avrebbe più dormito, mangiato, giocato,vissuto.
Da allora sono passati quasi 18 mesi e si annoverano infiniti viaggi in macchina con me seduta nel sedile posteriore e la testa piegata di lato per permettere a Ciocio di agguantare bene almeno la metà della mia chioma;interi film guardati con la testa tirata da una parte mentre Ciocio beatamente dormiva e l’impossibilità di staccarlo senza azionare un pianto modello sirena vigili del fuoco; mal di schiena lancinanti dovuti a mezz’ore intere china sul lettino del figliol prodigo per farlo addormentare mentre l’erede creava riccioli consistenti e duraturi degni del miglior coiffeur.
Ciocio non si è mai pentito della sua scelta né è mai tornato indietro sui suoi passi, nonostante svariati tagli, una permanente, una contro permanente, infinite messe in piega durate il tempo di permanenza nel salone del mio parrucchiere di fiducia prima di incontrare le attenzioni del nano di casa.
Ciocio si addormenta beatamente affondando i suo artigli nella mia chioma, per fortuna fluente,crea riccioli intorno alle sue dita che non si fermano mai e tira, tira, tira incurante del fatto che la sua mamma non può staccarsi la testa dal collo e andare un po’ a vivere, ma condannata per il momento ad essere pronta sempre e comunque ad una sua richiesta tricotica.
Anche i capelli di nonnA,nonna con la A maiuscola,vanno per la maggiore quando quelli della genitrice mancano.
Marito Vigile, in preda a gelosia oscura e tremenda che si è insidiata nel suo cuore, ha iniziato a farsi crescere i capelli, con la speranza che Ciocio si attacchi alla sua chioma preferendola alla mia.
Il problema è che i capelli di Mister Vigile si sviluppano in altezza. E’ più alto di dieci centimetri e sta rasentando l’indecenza. Pare però che si sia arreso all’evidenza e che nelle prossime quarantotto ore sia prevista una visitina al barbiere di fiducia.
I capelli di mamma, per il momento, rimangono ben saldi nelle grinfie di Ciocio.
Per amore del piccolo ho deciso di farmeli crescere. Si attendono sviluppi.